
“Un gruppo è un involucro che tiene insieme degli individui [….] un involucro che racchiude i pensieri, le parole e le azioni, permette al gruppo di costituire uno spazio interno (che procura un sentimento di libertà e che garantisce il mantenimento degli scambi all’interno del gruppo) e una sua temporalità (che comprende un passato da cui il gruppo fa derivare la propria origine e un avvenire in cui progetta di perseguire le sue mete)” (Anzieu, 1981).
Noi tutti viviamo e lavoriamo nel contesto di gruppi. La psicoterapia di gruppo offre ai pazienti l’opportunità di scoprire come funzionano in contesti non individuali, osservando e riflettendo sui ruoli che giocano, le aspettative, gli ostacoli e le fantasie che hanno rispetto al gruppo e ai suoi membri. All’interno del gruppo si crea un contatto emotivo, una sorta di risonanza rispetto agli stati d’animo delle altre persone che ha sempre anche un valore di conoscenza di se stessi.
Un individuo, infatti, può vedere se stesso, spesso una parte non consapevole di se stesso, riflesso nell’interazione degli altri membri del gruppo. Li vede agire e reagire nello stesso modo in cui agisce lui stesso o nel modo opposto. Impara così a conoscere se stesso attraverso l’azione che esercita sugli altri e attraverso l’immagine che essi si fanno di lui.
Nelle terapie di gruppo i partecipanti sono posti a cerchio, in modo che ognuno possa vedere gli altri e essere visto, inoltre, il centro vuoto, oltre ad essere uno spazio fisico, viene percepito come uno spazio mentale nel quale possono essere contenuti e prendere forma, pensieri, emozioni e sentimenti.
La scoperta, la condivisione e la discussione, in gruppo, dei propri stati interiori permette di percepire la propria “normalità”, insieme ad altre persone che vivono le stesse esperienze e consente, anche, di ridimensionare le eventuali difficoltà e di trovare in se stessi nuove potenzialità e nuove sicurezze.

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