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La psicosomatica è un ampio campo della clinica che si colloca a metà strada tra la medicina e la psicologia, in quanto indaga la relazione tra la mente e il corpo, ovvero tra il mondo emozionale e il mondo fisico. Nello specifico ha lo scopo di rilevare e comprendere gli effetti negativi che la psiche, la mente, produce sul soma, il corpo.

Il nucleo teorico di base della psicosomatica si fonda sull’idea che la natura dell’uomo sia inscindibilmente psico e fisica. La relazione indissolubile tra un disturbo e la sua causa d’origine psichica si riallaccia alla visione olistica del corpo umano, secondo cui  corpo e mente sono strettamente legati tra loro.

Per questa ragione, i disturbi psicosomatici si devono attenzionare come malattie vere e proprie,  da diagnosticare non solo a livello organico ma, anche e soprattutto, esaminando le dinamiche psicologiche ed emotive presenti nell’ambito familiare, sociale e lavorativo del paziente, molto spesso la causa principale del mantenimento del malessere.

Le emozioni e i disturbi psicosomatici

Le emozioni sono un fenomeno complesso che coinvolge l’organismo a diversi livelli e che svolge una parte essenziale nel rapporto tra individuo e ambiente, ecco perché hanno un valore adattivo. Ogni emozione è determinata da esperienze piacevoli o spiacevoli caratterizzate da peculiari reazioni somatiche e da determinate qualità affettive.

Il meccanismo che sta alla base dei disturbi psicosomatici è la necessità di dare uno sfogo a queste emozioni, soprattutto quando esse risultano troppo dolorose per poter essere riconosciute ed affrontate. In alcuni stati depressivi, ad esempio, il malessere generale del soggetto si identifica con un disturbo psicosomatico di ampia e varia natura.  In particolare, sono le emozioni dolorose e insopportabili che spingono il corpo a difendersi e a manifestare il disagio su alcuni organi specifici, chiamati bersaglio. Quindi, questa loro necessità nell’esprimersi fa sì che le emozioni trovino una via di scarico immediata nel corpo, prendendo forma in uno o più sintomi a livello organico.

Walter Bradford Cannon, fisiologo statunitense, nei suoi studi sulle emozioni, arrivò alla conclusione che le malattie psicosomatiche siano dovute a risposte emozionali troppo intense o mantenute troppo a lungo, che causano reazioni  fisiologiche o psicologiche, il cui scopo è quello di attenuare lo stress dell’intero organismo. Quando gli sforzi del soggetto falliscono perché lo stress supera la soglia limite, allora si è esposti ad una vulnerabilità nei confronti della malattia dovuta ad un abbassamento delle difese dell’organismo.

In letteratura, in base al DSM IV, i disturbi psicosomatici riportati sono:

  • ipocondria, in cui i sintomi somatici vengono interpretati dal soggetto come segni di una grave malattia, senza alcuna conferma medica;
  • disturbo da dismorfismo corporeo, dove il soggetto si focalizza in modo eccessivo su un difetto fisico, reale o immaginario, tanto da alterare il normale svolgimento delle attività quotidiane, personali, sociali;
  • disturbo di somatizzazione, che si accompagna a sintomi e dolori di tipo organico non confermati da accertamenti ed esami medici;
  • disturbo algico, che si presenta come un dolore cronico o recidivo in uno o più distretti corporei in assenza di diagnosi mediche;
  • disturbo di conversione, in cui si rilevano sintomi o deficit nelle funzioni motorie volontarie o sensitive, in assenza di una condizione neurologica che ne giustifichi la presenza (come la cecità psicogena, i sintomi pseudo-epilettici, le paralisi psicogene e la difficoltà di deglutizione o bolo isterico).

Capita spesso, quando ci si trova sotto stress, di avere una digestione lenta e difficoltosa, perché la rabbia latente crea ad esempio acidità di stomaco, oppure di accusare mal di testa o sfoghi epidermici come herpes e orticaria. In questi casi i gangli del sistema nervoso centrale se eccessivamente  sotto pressione cercano una via di sfogo per ristabilire uno stato di omeostasi.

Dunque, tutti noi siamo soggetti, in grado diverso e in periodo diversi della vita, a processi in cui la mente e le emozioni influenzano il corpo.

Sintomatologia

I disturbi psicosomatici solitamente interessano i seguenti apparati:

  • L’apparato gastrointestinale (gastrite psicosomatica, il colon irritabile o spastico, ulcera peptica)
  • L’apparato cardiocircolatorio (tachicardia, aritmie, cardiopatia ischemica, ipertensione essenziale)
  • L’apparato respiratorio (asma bronchiale, sindrome iperventilatoria)
  • L’apparato urogenitale (dolori mestruali, impotenza, eiaculazione precoce o anorgasmia, enuresi)
  • Il sistema cutaneo (la psoriasi, l’acne, la dermatite psicosomatica, il prurito, l’orticaria, la secchezza della cute e delle mucose, la sudorazione profusa)
  • Il sistema muscolo-scheletrico (mal di testa, crampi muscolari, stanchezza cronica, torcicollo e cefalea nucale, fibromialgia, artrite, dolori al rachide).

Trattamenti in psicologia

Esistono diversi approcci di tipo psicologico al trattamento dei disturbi psicosomatici.

Le terapie più utilizzate sono la psicoterapia cognitivo-comportamentale, l’EMDR e l’ipnosi.
La Psicoterapia Cognitivo-comportamenale agisce prima di tutto sull’eliminazione del sintomo. E’ solitamente di breve durata, a seconda del caso e della gravità del disturbo, ed è orientata alla storia al presente. Spesso il risultato della terapia è la riduzione o la completa remissione dei sintomi fisici, in quanto si aiuta il soggetto ad analizzare il disturbo e la connessione con specifici eventi stressanti, da imparare a gestire.
L’EMDR, invece, acronimo derivato dall’inglese “Eye Movement Desentization and Reprocessing” si basa sulla rielaborazione attraverso il movimento oculare derivato da una stimolazione degli emisferi cerebrali del paziente. E’ una tecnica utilizzata anche per la cura dei disturbi da stress post traumatico e delle fobie, che deve essere necessariamente utilizzata da un professionista specializzato.
L’ipnositerapia nella cura dei distrubi psicosomatici mira a trattare le alterazioni emotive sottese ai sintomi, quali ansia, depressione, aggressività, centrando il fulcro della terapia sulla dinamica di tali alterazioni, più che sui sintomi che ne sono solo un riflesso.

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